I nuovi due parroci si presentano .......          Benvenuti Don Luigi e don Giuliano

Ciao a tutti/e.sono Don Luigi Rossi mi hanno chiesto di scrivere alcune “note” di presentazione: lo faccio molto volentieri. Ho 53 anni e sono nato ad Arceto nel Gennaio 1964.I miei genitori sono ancora viventi: Augusto (nativo di Scandiano) e Deanna (arcetana doc).Ho anche una sorella, Stefania (di 51 anni), che ha due figli, Mattia e Letizia.I miei legami con Arceto sono stati molto importanti; lì ho vissuto fino a 30 anni quando sono entrato in seminario.Le esperienze importanti che durante quegli anni mi hanno formato sono state molte, ma quelle che ritendo fondamentali sono:- Ho vissuto l’infanzia e la giovinezza legato alle esperienze in parrocchia e quelle di volontariato in paese;- Il cammino di gruppo che ho vissuto insieme a tanti amici fino all’età di circa 27 anni è stato per me una bella scuola di vita, di formazione e di impegno sociale e cristiano;- Importanti sono stati gli anni in cui ho fatto il volontario in Croce Rossa e all’AVO a Scandiano .Anche il mondo e l’esperienza sportiva (il calcio soprattutto), mi ha aiutato a conoscere meglio le mia qualità e i limiti. Ringrazio le società di Arcetana, Bagno e per qualche mese Chiozza, che mi hanno dato fiducia come preparatore dei portieri. Nell’adolescenza non sono stato certo uno “studente modello”; a me piaceva molto giocare a calcio e stare con gli amici….e passavo poco tempo sui libri.Dopo la terza madia ho tentato un anno alle Magistrali (scelte soprattutto perché mi piaceva una ragazza), e dopo la bocciatura, sono andato alla Filippo Rè.Qui mi sono trovato bene e i risultati c’erano, erano discreti….non c’era però la voglia di studiare.Allora, presto-fatto! Avevo 16 anni e, lunedì 1 Marzo 1980, insieme a mio padre, mi trovo ad attraversare l’ingresso della ditta “Ruggerini motori” di Villa Bagno: questa sarà la mia “casa” per 14 anni.L’esperienza lavorativa è stata davvero dura (agli inizi), poi con il passare del tempo è diventata bella, ricca, impegnativa e soddisfacente.In questo tempo ho fatto diverse esperienze, tra cui quella sindacale per 6 anni come delegato della FIOM nel Consiglio di Fabbrica.Ho sperimentato l’amore e l’aiuto di molte persone che mi hanno accompagnato come un figlio e mi hanno insegnato a lavorare e a districarmi nelle diverse vicende della vita.Molti di questi ex compagni di lavoro sono viventi e siamo rimasti in contatto: si è creata una bella amicizia.Durante gli anni del lavoro ho ripreso a studiare frequentando i corsi dell’Istituto Diocesano di Musica per la Liturgia, la Scuola serale di Teologia e alcuni corsi base di psicologia. Arriviamo al Settembre del 1994 e, dopo diversi anni di discernimento, prendo la decisione di entrare in Seminario.Quelli sono anni di crisi nel mondo della meccanica agricola: la ditta fa cassa integrazione.Decido, insieme ad altri colleghi di lavoro, di entrare volontario in cassa integrazione e questo mi permette di iniziare il primo anno di Teologia da esterno. Iniziare questo nuovo cammino a 30 anni non è stato facile….ma ci siamo arrivato in fondo.Ne sono soddisfatto.Il 26 Giugno 1999 (il giorno prima è nata Letizia mia nipote), insieme a don Giuliano  ricevo l’ordinazione dal Vescovo Adriano Caprioli.Siamo stati i primi sacerdoti da lui ordinati. Il primo impegno pastorale è stato a Scandiano presso la parrocchia di “chiesa grande” con don Gigi Milani.Ci sono rimasto sette anni. Questa è stata una bella e forte esperienza dove ho ricevuto moltissimo.A Scandiano ho tutt’ora buoni amici e legami.Nel settembre del 2004 il Vescovo mi affida (insieme a don Davide Poletti), la guida della Pastorale Giovanile Diocesana. Sarà un compito che mi accompagnerà per sei anni.Insieme a don Davide andiamo ad abitare a Reggio, in via Adua, presso la parrocchia di santa Croce.Li rimango per quattro anni come responsabile dell’Oratorio Cittadino. Terminato l’impegno con la Pastorale Giovanile, il Vescovo Adriano mi chiede di andare nell’Unità pastorale “Beata Teresa di Calcutta” presso Pieve Modolena con don Gianni Manfredini e don Daniele Bassoli.Questa Unità Pastorale comprende quattro parrocchie: Pieve, san Pio X, Cavazzoli e Roncocesi; circa 16 abitanti. Termino con alcune brevi note di colore:- sono tifoso della Juve;-  ascolto musica di generi diversi (ho suonato per molti anni batteria e strumenti a percussione);- mi piace andare al cinema, concerti e a teatro;- penso di essere uno di compagnia, sto volentieri con le persone;-  il mio piatto preferito sono i tortelli…..ma ne devo mangiare pochi….per la salute.Penso di essermi dilungato un po’….allora mi fermo.Nei prossimi anni, avremo modo e tempo per approfondire la conoscenza reciproca. State bene.

Salve, sono don Giuliano Guidetti, ho 49 anni, sono nato a Stiolo piccola frazione di campagna del Comune di San Martino in Rio. Mio padre è morto il dicembre scorso, mia madre vive ora da sola (perché sono figlio unico) nella frazione di Gazzata (sempre dello stesso comune) dove dall’età delle medie ci siamo trasferiti.

Lo studio commerciale l’ho fatto alla Filippo Re di Reggio Emilia diplomandomi come analista contabile. Ho fatto il servizio civile presso l’Istituto San Lazzaro (ex manicomio) di Reggio Emilia nella infermeria del padiglione “Bertolani” dove attraverso il servizio di assistenza ai “malati” ho verificato la mia chiamata al sacerdozio.

Ho lavorato in settori diversi: cominciando come operaio apprendista stampatore di materie plastiche alla “2M” di San Martino in Rio; poi come impiegato all’A.M.A nell’amministrazione; all’Azione Cattolica diocesana e nella Scuola San Vincenzo de’ Paoli a Reggio Emilia, come applicato di segreteria.

Ma dopo aver dato tanti numeri, ho fatto l’ingresso in seminario dove ho cominciato la preparazione specifica al sacerdozio con don Luigi Rossi e don Giuseppe Iotti. Io e don Luigi siamo stati i premi preti ordinati dal vescovo Adriano il 26 giugno del 1999. Ho vissuto i miei primi otto anni da prete a Sassuolo come cappellano dell’Oratorio don Bosco nella parrocchia di San Giorgio fino al sette ottobre del 2006 quando il vescovo mi ha nominato parroco di Fosdondo e Canolo a cui si è aggiunta dopo qualche anno anche la Parrocchia di Budrio formando così l’attuale Unità Pastorale di Correggio Ovest.

Da cinque anni ho chiesto di abitare nella canonica di San Quirino di Correggio con altri quattro sacerdoti: non volevo stare da solo ed è stato per me una feconda esperienza condividere con altri confratelli la vita comunitaria e la pastorale. Ringrazio Dio per avermi offerto questa occasione che ora con fatica dovrò interrompere.

Sono di carattere timido, smemorato (fatico soprattutto nel ricordare i nomi delle persone), ma abbastanza allegro e ottimista; negato per qualsiasi sport fisico ma amo molto passeggiare e girare in bicicletta; non sono tifoso di calcio né di nessuna squadra in particolare, anche se da quando il Sassuolo è andato in serie A mi fa piacere se vince.

Non dedico molto tempo alla lettura e allo studio; mi rilasso davanti a un bel film da guardare al cinema o sul divano; preferisco la relazione personale con le persone in generale; non sono tecnologico e non navigo su facebook, w.u., istegram, … o tutti i mezzi social in uso oggi: fin che posso cerco di difendermi dal quella dipendenza.

Ascolto la musica italiana, quando faccio le pulizie o la barba mi sintonizzo su Radio Bruno; non sono capace di suonare nessun strumento.

Sono un grande divoratore di riso, pizza ed erbazzone; i dolci che mi tentano sono soprattutto quelli al cucchiaio. Devo ora cominciare a fare attenzione al colesterolo che in questi ultimi anni è aumentato.  

La presenza della Casa della Carità nella mia parrocchia di Fosdondo, mi ha da anni abituato al servizio fatto agli ospiti disabili; credo che tale esperienza sia stato u grosso dono ricevuto dal Signore. Il servizio concreto di assistenza fatto agli ospiti per questi undici anni, penso sia stata la mia migliore predica fatta alla comunità. Devo tanto alla famiglia della Casa della Carità, ai suoi ospiti, alle suore e agli ausiliari. La collaborazione con la nostra missione diocesana in Albania, nata ormai sette anni fa grazie all’accoglienza dei seminaristi di Scutari nel periodo estivo, mi ha arricchito come prete diocesano.

 

Non aggiungo altro e spero di poter intrecciare con chi lo desidera una conoscenza più personale.

A presto.